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“Debito formativo” Berlinguer rimandato

Scuola Occorre una vera riforma del sistema didattico

di Redazione

Qual é il bilancio del cosiddetto ?debito formativo? a circa un anno dalla sua applicazione? È un sistema utile per gli studenti o sarebbe meglio tornare ai vecchi metodi? Stefania Ferri, Ancona Risponde Luigi Mariani L?introduzione del ?debito formativo? è la conseguenza di un provvedimento dell?ormai lontano 1994, l?abolizione degli esami di riparazione. Da allora si è dovuto cercare, a volte anche affannosamente, un valido sostituto di questo strumento. Era ed é ancora oggi evidente, infatti, che non basta togliere di mezzo uno strumento per eliminare contestualmente ciò per cui serve. Nel caso specifico, non si sarebbero certo tolti di mezzo gli studenti che non possono essere né promossi né bocciati e per i quali occorre trovare un sostituto degli esami. Per questo si sono inventati prima i corsi di recupero obbligatori, poi si è lasciata autonomia di decisione alle scuole, infine si è arrivati al ?debito formativo?, che aleggia nell?aria come una spada di Damocle, ma le cui conseguenze non sono ben chiare. Ogni scuola, infatti, si regola come meglio crede , sia per stabilire i parametri sulla base dei quali la preparazione è giudicata debitoria, sia per definire gli interventi di recupero necessari. Ne risulta un quadro variegato, ma soprattutto poco organico e poco incisivo per quanto riguarda i risultati. Il giudizio di molti, insomma, non è positivo, tanto che le famiglie devono per lo più ricorrere ancora alle lezioni private per tentare di colmare le famose lacune. Questo non significa che gli esami di riparazione fossero lo strumento migliore. Tuttavia, si conferma sempre più un dato, ovvero che non si può procedere nelle riforme, in particolare nella scuola, a spizzichi e bocconi. Gli strumenti didattici devono essere coerenti con il quadro nel quale sono inseriti; e gli esami di riparazione erano coerenti con il sistema scolastico in vigore. Non si può conservare il sistema e sostituirne un pezzo con un altro, coerente con un diverso sistema. La cosa più urgente da fare, dunque, è approvare una riforma che sia davvero al passo con i nostri tempi e soprattutto organica.


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